[βάβαζω] sost. fanfarone, farneticante quindi invasato, senza pudore Hsch. β 9 (cfr. βαβάκτης), ma anche eunuco (sacerdote della dea Cibele: τὸν γάλλον), effeminato Hsch1. β 3 Eustath. 1431.48 e 1494.62.
Dizionari
GI3
Franco Montanari, GI – Vocabolario della lingua greca, III edizione
LSJ
Henry Liddell, Robert Scott, Henry Stuart Jones, LSJ – A Greek-English Lexicon
DGE
Francisco R. Adrados, Juan Rodríguez Somolinos, DGE – Diccionario Griego-Español
LBG
WB
PGL
Note
Le traduzioni invasato ed eunuco sono da aggiungere al lemma βάβαξ di GI3 che riporta solo il traducente "chiacchierone". In DGE la traduzione per βάβαξ qui proposta è indicata riscrivendo semplicemente la glossa di Hsch. β 3 (βάβακα· τὸν γάλλον), mentre in LSJ si trovano distinti i lemmi βάβαξ (= chatterer) e βάβακα (τὸν γάλλον). Nell'edizione di Esichio troviamo infatti due glosse distinte per βάβαξ, una con il lemma al nominativo e una con il lemma all'accusativo, che provengono da due fonti differenti (βάβαξ dalle Λέξεις ῥετορικαί, mentre βάβακα dal lessico attribuito a Cirillo di Alessandria). In ogni caso le due glosse non sono in contraddizione fra loro e possono essere unite in un'unica entry, come in Eustath. 1494.60, il quale riunisce gli interpretamenta λάλος ("chiacchierone") e μαινόμενος ("invasato", cfr. ἐνθουσιῶν) di Hsch. β 9, e γάλλος ("eunuco") di Hsch. β 3. Sempre da Eustath. 1431.40 ricaviamo che βάβαξ, così come βαβάκτης, era impiegato per denominare i sacerdoti invasati ed evirati della dea Cibele, che peraltro erano detti anche φλεδώνες ("chiacchieroni"); è inoltre accennato un possibile legame fra βάβαξ, βαβάκτης e il termine κύβηβος appellativo tipico dei sacerdoti di Cibele (il cui nome è attestato anche nella variante κύβηβη, connessa con la divinità accadica Kubaba), che, da Phot. Lex. 183, 1 sappiamo avere anche il più generico valore di "frenetico, invasato" che le fonti fin qui citate attribuiscono a βάβαξ. Nello stesso passo eustaziano, fra gli interpretamenta di κύβηβος, è presente μητραγύρτην che, esattamente come βάβαξ ha sia il significato religioso di "sacerdote" sia quello dispregiativo di "ciarlatano".
I termini formati sulla radice di βάβαζω afferiscono dunque a due ambiti semantici apparentemente distanti: quello del parlare, in maniera eccessiva o inconsueta, e quello della danza e del delirio (cfr. βαβάκτης, formato sulla stessa radice e impiegato come appellativo di Pan in Cratin. 351), spesso in connessione con i culti di Bacco e Cibele. Lo stesso verbo βάβαζω è interpretato da Esichio in questi due sensi in glosse separate: "non parlare in maniera distinta" in Hsch. β 1 e "danzare" in Hsch. β 10.
Elena Squeri
| Creato: 10/24/2019