Scholia Minora in Homerum

Diretto da Franco Montanari
Collaboratori: Paola Ascheri, Davide Muratore
Università degli studi di Genova   unige



Dettagli papiro

P.Ryl. 3 536

Scholia Minora ad Il. 13 Il. 13, 198-227; 317-324; 415-435; 525(?)-562
Cod. pap. IIIP prov. sconosciuta
Luogo di conservazione: Manchester, John Rylands Library.

Repertori: Collart 1948, Pap. H; Pack2 1195; Raffaelli 1984, Il. 051; Homerpapyri(CHS) h078; Mertens-Pack3 1195; LDAB 1969.
Edizioni: Roberts 1938, pp. 176-178; Montanari 1993, pp. 135-146 (tavv.) (= Montanari 1995, pp. 137-146, tavv. 1-2).
Cm. 8,3 x 11. Il papiro presenta un glossario del tipo Scholia minora a vari passi del libro 13. La pagina (di cui rimane la parte inferiore) conteneva due colonne di testo, con un ridotto intercolunnio (circa 1 cm.). Al recto la colonna II copriva i versi da 228 a 323; al verso la colonna II copriva i versi da 436 a 562: ogni colonna di Scholia minora doveva coprire in media almeno un centinaio di versi, dunque il libro [gr]N[/gr] doveva essere contenuto in 8/10 colonne, cioè 4/5 pagine. Con questa media per l'intero poema ci sarebbero voluti circa 40 fogli: considerando la maggiore ricchezza normalmente registrata nei primi libri, glossati sempre in modo molto più fitto, possiamo pensare a un codice di qualcosa come 50 o 60 fogli, per cui appare del tutto accettabile quanto ipotizzato da Roberts, cioè che il frammento provenga con ogni probabilità da un codice di Scholia minora all'intera Iliade, scritto con un modulo abbastanza piccolo in pagine di due colonne compatte e piene. Turner 1977, p. 111, n° 205, conferma la datazione al III sec. e (senwza indicare una dimensione di pagina) ipotizza un'area di scrittura di cm. 10 x 30, per il numero di righe per colonna si limita a riportare 19+; assodata, naturalmente, la presenza di due colonne per pagina.
I due punti su iota a col. I 3 sono l'unico segno di lettura visibile, non compaiono spiriti, accenti e segni di punteggiatura; lo iota muto non è scritto (cfr. I 4, 17). Il testo è in genere corretto: un solo errore certo a II 7; a I 14 lo scriba è intervenuto a cancellare due lettere scritte per sbaglio; in qualche punto sembra che la scrittura sia stata ripassata. Gli Scholia minora sono disposti su due colonne: la divisione fra lemmi e interpretamenta è segnata solo da un piccolo spazio bianco. Ogni glossa comincia a capo della riga, l'interpretamentum che va alla riga successiva inizia rientrato (I 12-13; cfr. I 1-2, I 2-3, II 8-9, 11-12, 13-14); la lunghezza massima della riga sembra essere di circa 23 lettere (cfr. I 9, 12, 18).